Il decreto vaccini è legge. Mangiacavalli: "Un atto di civiltà e di tutela della salute pubblica"

28/07/2017 – La Camera ha appena convertito in legge il decreto legge sulle vaccinazioni obbligatorie dopo che nella notte aveva già votato la fiducia al provvedimento. “La conversione in legge del decreto vaccini rappresenta prima di tutto un atto di civiltà verso la salute pubblica”, ja commentato la presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli. IL TESTO APPROVATO

La Camera ha appena espresso il voto finale di conversione in legge ( 296 voti a favore, 92 contrari e 15 astenuti) del decreto legge 7 giugno 2017, n 73, su “disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale. Il provvedimento, che già nella notte aveva incassato la fiducia con 305 favorevoli, 147 contrari e 2 astenuti.

Il decreto, in estrema sintesi,  ha tra le altre prevsioni reso obbligatorie (e gratuite) tra zero e sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati le vaccinazioni:
a) anti-poliomielitica;
b) anti-difterica;
c) anti-tetanica;
d) anti-epatite B;
e) anti-pertosse;
f) anti-Haemophilus influenzae tipo b.

E sono obbligatorie e gratuite anche le seguenti vaccinazioni:
a) anti-morbillo;
b) anti-rosolia;
c) anti-parotite;
d) anti-varicella.

Passati tre anni, per una o più di queste ultime quattro vaccinazioni potrà cessare l’obbligatorietà sulla base della verifica dei dati epidemiologici, delle eventuali reazioni avverse segnalate in attuazione delle vigenti disposizioni di legge e delle coperture vaccinali raggiunte.

Inoltre, seppur senza obbligo, le Regioni si impegneranno ad offrire in maniera attiva e gratuita le seguenti vaccinazioni:
a) anti-meningococcica B;
b) anti-meningococcica C;
c) anti-pneumococcica;
d) anti-rotavirus.

L’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante o dagli esiti dell’analisi sierologica, esonera dall’obbligo della relativa vaccinazione. Conseguentemente il soggetto immunizzato adempie all’obbligo vaccinale di cui al presente articolo, di norma e comunque nei limiti delle disponibilità del Servizio sanitario nazionale, con vaccini in formulazione monocomponente o combinata in cui sia assente l’antigene per la malattia infettiva per la quale sussiste immunizzazione.

Annualmente l’Aifa pubblicherà sul proprio sito i dati relativi alla disponibilità dei vaccini in formulazione monocomponente e parzialmente combinati.

In caso di mancata osservanza dell’obbligo vaccinale, i genitori saranno convocati dall’Asl territorialmente competente per un colloquio al fine di fornire ulteriori informazioni sulle vaccinazioni e di sollecitarne l’effettuazione. Se poi, dovesse continuare a non essere rispettato l’obbligo vaccinale, ai genitori verrà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria da euro cento a euro cinquecento.

La Commissione Lea verificherà il rispetto degli obiettivi del Calendario vaccinale nazionale ed avvierà le misure di competenza atte a garantire la piena e uniforme erogazione dei livelli essenziali di assistenza previste per i casi di mancata, ritardata o non corretta applicazione.

Per l’informazione sulle vaccinazioni il ministero della Salute promuoverà iniziative di comunicazione e informazione istituzionale per illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni contenute nel decreto, e per diffondere nella popolazione e tra gli esercenti le professioni sanitarie la cultura delle vaccinazioni. Queste iniziative verranno svolte anche grazie alla collaborazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei farmacisti delle farmacie del territorio.

Il compito di diffondere le informazioni contenute nel decreto viene inoltre affidato ai consultori familiari. 

Ministero della salute e ministero dell’istruzione, per l’anno scolastico 2017/2018, avvieranno inoltre iniziative di formazione del personale docente ed educativo, e iniziative di educazione delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori e le associazioni di categoria delle professioni sanitarie.

Per tutto questo è stata autorizzata una spesa di 200.000 euro per l’anno 2017.

“La conversione in legge del decreto vaccini rappresenta prima di tutto un atto di civiltà verso la salute pubblica”, è il commento a caldo di Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale Ipasvi all’approvazione definitiva da parte della Camera del decreto vaccini che ora è legge.

 

“La Federazione Ipasvi – prosegue – ha già più volte affermato che il primo nemico da sconfiggere in questi casi è l’ignoranza e la scienza, la clinica e le evidenze devono guidare la nostra azione quotidiana, oltre naturalmente al buon senso di capire che di fronte alla tutela della salute non si possono e non si devono fare scelte personali che mettono a rischio i pazienti contro ogni evidenza scientifica”.

Secondo la presidente Ipasvi, gli infermieri si sentono in prima linea in questo, perché l’assistito ha bisogno di capire ed è qui che l’infermiere interviene comunicando con lui e colmando eventuali lacune, rispondendo ai suoi dubbi, soddisfacendo la sua insicurezza anche sociale. “In questo senso – aggiunge – ci dispiace non vi sia menzione alla nostra opera nel decreto, ma non per questo ci tireremo indietro: i pazienti sono con noi h24 e nei momenti delle visite domiciliari, ma non solo, il contatto è con tutta la famiglia con tempi più prolungati e uno scambio sicuramente più proattivo rispetto ad altre professioni”.

Ed è ufficiale e di poche settimane fa la posizione unanime del Consiglio nazionale della Federazione Ipasvi, di tutti cioè i 103 presidenti dei Collegi provinciali che hanno riconosciuto la necessità delle campagne vaccinali e si sono detti pronti a contribuire in modo diretto attraverso i nostri professionisti all’informazione e all’educazione alla salute che deve essere la base di una nuova cultura della popolazione, in linea con la comunità scientifica nazionale internazionale che riconosce alle vaccinazioni un ruolo essenziale a livello di prevenzione e di lotta alle principali malattie diffusive.

“La Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi – si legge nel documento di posizionamento degli infermieri -, firmataria anche della Carta di Pisa sulle vaccinazioni negli operatori sanitari per riconoscere il valore della vaccinazione soprattutto tra i professionisti, ha chiaramente sottolineato la necessità che il suo ruolo, per ottenere i migliori risultati, tenda in termini di empowerment dei pazienti, a comunicare in modo intenzionale con l’assistito e agevolare così la scelta vaccinale”.

“Riconfermiamo – conclude Mangiacavalli – la nostra massima collaborazione in termini di attività professionale e progettuale alle istituzioni preposte alla programmazione e ad assicurare agli assistiti e alla comunità scientifica la presenza attiva degli infermieri e assist
enti sanitari, come sempre finora dimostrato nonostante le pesanti carenze di organici, per garantire di fa fronte ai bisogni dei pazienti”.

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